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Lettera Aperta al Presidente Napolitano per l'applicazione della 189

DI VIRGINIA VESSA

Lettera aperta al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano
 

Gentile Presidente Napolitano,

Le scrivo per chiedere il suo intervento, in qualità di Presidente della Repubblica e di Presidente del CSM, affinché sia fatta rispettare una Legge dello Stato italiano, la 189/04, sul maltrattamento degli animali.

Da alcuni anni mi sto battendo da sola, perché siano fatti liberare tutti gli animali tenuti in cattività, in particolar modo gli uccelli che, chiusi in gabbie talvolta piccolissime, sono di fatto resi paralizzati da commercianti e cittadini crudeli e stupidi. Alcuni articoli della Legge recitano:

- art. 544-ter - chiunque, per crudeltà o senza necessità sottopone un animale a comportamenti insopportabili per le sue caratteristiche etologiche, è punito con la reclusione da tre mesi ad un anno o con la multa da 3.000 a 15.000 €;

- art. 727 -......... chiunque detiene animali in condizioni incompatibili con la loro natura, e produttive di gravi sofferenze, è punito con l´arresto fino ad un anno o con l´ammenda da 1.000 a 10.000 €;

senza indicazioni né di specie esonerate, né di dimensioni minime delle gabbie, né di tempi massimi di prigionia.

Gli uccelli in gabbia non soddisfano nessuna necessità e non possono assolutamente esprimere le loro caratteristiche etologiche né la loro natura; infatti non possono corteggiare la compagna (scelta da loro non quella imposta), beccare bacche, sguazzare in una pozzanghera, costruire e curare il nido, scappare ad un rumore forte; non possono volare come imporrebbe loro la presenza di ali, quindi non sono più volatili. Il fatto che non riescano a far capire all´uomo la loro sofferenza, non significa che non ne abbiano. La Legge, pertanto, è sfacciatamente violata e le Forze dell´Ordine e la Magistratura dovrebbe agire di conseguenza.

Mi sono accorta che quando tocco l´argomento con rappresentanti della Polizia Municipale, con consiglieri comunali, con altre autorità e con occasionali cittadini, possessori e non di uccelli in gabbia, essi restano stupiti di tanto interesse, quasi che gli animali non avessero un loro sentimento, e sorridono quando cito la L. 189/04, perché ritengono che il maltrattamento si verifichi solo quando siano ben visibili lesioni e lividi sul corpicino (e non anche quando la vita è costretta in gabbia) e che alcune specie, essendo nate in cattività, in cattività dovranno vivere (ma chi ha messo la prima coppia in cattività e perché? Se non per turpe commercio?). E, secondo loro, la presenza assicurata di cibo e acqua sufficienti rendono la vita del povero volatile appagante. Ma quale gioia può dare un animale disperato? Un uccello che sbatte le ali contro la gabbia per avere libertà, che forse è gia folle, che non potrà mai accoppiarsi, che spesso vive, rassegnato e in solitudine, una vita resa stupida dalla stupidità umana?

Oltre ad essere stupido e miserevole questo hobby denota, piuttosto, un grave disagio psicologico in chi lo attua, che accudisce prigionieri (credendo di fare una cosa buona e utile) e non si accorge di essere strumento per arricchire chi vende animali o produce gabbie, mangimi e attrezzi ritenuti necessari. Trovo discutibile anche l´abitudine di liberare colombe bianche in occasione di eventi speciali (matrimoni e funzioni religiose): se la colomba è "liberata" vuol dire che qualche minuto prima è prigioniera. Imprigionata da chi e quando?

Ho fatto varie denunzie a Salerno, Vigevano, Treviso, Venezia, (ma potrebbero essere mille di più in tutte le città d´Italia), senza nessun risultato. Ho scritto articoli su giornali. Ho chiesto aiuto ad Associazioni ambientaliste ed animaliste, che pure sono state attive nel sollecitare l´emanazione della Legge, ma non altrettanto nel farla rispettare. Ho scoperto che i regolamenti comunali indicano ancora le dimensioni minime delle gabbie.

In tutto questo i Magistrati ritengono di non poter intervenire: "perché si tratta di detenzione in abitazioni private" (!) e "perché bisogna accertarsi se si tratta di specie protette o non". Ma la Legge non fa alcuna distinzione di specie!

Presidente, io non Le chiedo di farsi promotore di un movimento di opinione. La Legge ormai esiste. Le chiedo, in qualità di Presidente della Repubblica e del CSM, di far rispettare una Legge dello Stato Italiano: sia dalle Forze dell´ordine, che dovranno indagare spontaneamente e "di ufficio" senza attendere la segnalazione del cittadino (il mio caso dimostra che il cittadino non riesce ad ottenere niente); sia dai Magistrati, che dovranno comminare le sanzioni previste ed in breve tempo ed in tutti i casi; sia dalla Guardia di Finanza che dovrà controllare meglio i contenuti dei containers alle frontiere di terra, di mare e di cielo.

Qualcuno mi ha suggerito di fare una raccolta di firme per questa mia petizione. Io mi rifiuto di firmare in gruppo, perché sotto le elezioni molti candidati mi chiedono il voto come "singola" perché "anche un solo voto è importante", ma quando poi da singola cittadina chiedo di far rispettare la Legge i politici della mia città, gli Onorevoli ed i Ministri a cui ho scritto non mi danno ascolto.

Per la cronaca segnalo che nella primavera 2006 la LIPU liberò in piazza Plebiscito a Napoli migliaia di uccelli sequestrati, come hanno riportato giornali e TV regionali.

Parallelamente dovranno scomparire la produzione, l´importazione ed il commercio di gabbie, veri e propri strumenti di tortura.

Confido in un suo intervento risolutivo e La ringrazio fin da ora per quello che farà.

Arch. VIRGINIA VESSA

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